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Le antiche carte

 “Beffi, o Beffe, terra in Abruzzo ulteriore, in diocesi dell’Aquila, e propriamente nella foranìa di Fontecchio, distante dalla detta città miglia 17 incirca. Ella è situata in un luogo montuoso, e in una profonda valle vi scorre il fiume Aterno, di dove passando poi per Molina, Rajano, e Popoli, si imbocca nel fiume Pescara. In una parte della sue montagne, detta La Difesa, vi sono poche querce infruttifere, in un’altra appellata Oferna vi sono soltanto sterpi di faggi.

I suoi abitanti, al numero di 240 incirca, tutti addetti all’agricoltura, racolgono oltre del poco grano, pure delle mandorle e delle noci, e picciola quantità di zafferano. Dal detto fiume pescano pochi barbi e squami. Nel suddetto monte vi sono lepri, starne, pernici, ma più serpi velenose. Tiene due villette, una chiamata Succiano, l’altra Sanlorenzo.

Nelle carte de’ bassi tempi, è chiamata Boffa e Beffium, e in due specialmente, che citai nell’articolo Acciano, e Beffa ai tempi di Guglielmo II. (Vedi il registro portato dal Borrelli , pag. 131)

Nel 1532 la di lei popolazione fu tassata per fuochi 51, nel 1545 per 110, nel 1561 per 158, nel 1595 per 140, nel 1648 per lo stesso numero, e nel 1669 per 70.

Si possiede in oggi dalla famiglia romana Piccolomini. Nel 1535 fu venduta insieme con Acciano a Giacomo monsignor de Scalenghis e nel 1540 si ebbe l’investitura Carlo suo figlio. Ludovico, nipote di Giacomo, la vendé a Gio. Carlo Silverio per 2500 (ducati). Nel 1587 a’ 9 giugno, Cesare Silverio vendé a Margherita Smoczi (?), moglie di Andrea Ardinghelli, annui ducati 200 sopra dette terre”.

Dizionario geografico ragionato, di Lorenzo Giustiniani , Napoli, 1797





Beffi








Fontecchio